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Gli ultrasuoni

ultrasuoni

Cosa sono?

Gli ultrasuoni sono delle onde meccaniche sonore; come ogni altro tipo di fenomeno ondulatorio sono soggetti a eventi di riflessione, rifrazione e diffrazione. Un aspetto fondamentale è l’omogeneità o la disomogeneità del mezzo su cui agiscono le onde sonore.

Possono essere definiti attraverso parametri quali la frequenza, la lunghezza d’onda, la velocità di propagazione, l’intensità e l’attenuazione.

La tecnologia degli ultrasuoni si afferma in vari settori in virtù degli innumerevoli vantaggi riscontrabili in termini di rispetto dell’ambiente, trasparenza, velocità, efficienza, sicurezza e precisone, come affermano i ricercatori dell’Università del Queensland, in Australia.

Chi può udirli?

L’essere umano non è in grado di percepirli mediante il sistema uditivo. Alcuni animali sono dotati di tale capacità: i delfini e le balene comunicano, i pipistrelli captano gli ostacoli mentre volano di notte. In commercio esistono appositi fischietti di richiamo agli ultrasuoni per i cani e derattizzatori ad ultrasuoni in grado di generare un vero e proprio stress psicofisico che costringe topi e ratti ad abbandonare il luogo occupato ora divenuto ostile. In tal modo è possibili effettuare la disinfestazione senza uccidere i roditori.

Ti ho letto nel pensiero!

Non è fantascienza, ma è il risultato concreto di una ricerca del California Institute of Technology. Il procedimento consiste nell’emissione di impulsi sonori ad alta frequenza diretti al cervello, misurando l’eco prodotto quando gli ultrasuoni attraversano i tessuti. La discorde velocità che gli ultrasuoni assumono nei diversi tessuti consente di ricreare su computer un’immagine ultra-precisa dell’attività cerebrale; sarà inoltre possibile cogliere il movimento di cellule come i globuli rossi, il cui rumore aumenta di frequenza quando il globulo si avvicina alla fonte degli ultrasuoni e diminuisce quando lo stesso si allontana. Al momento l’esperimento ha riguardato solo il cervello dei macachi, ma si potranno riconoscere le varie configurazioni dell’attività cerebrale che contraddistinguono i pensieri specifici, istruendo un algoritmo di machine learning. Terminata questa prima fase, se il soggetto formula il pensiero la sua attività viene nuovamente captata nel dettaglio attraverso gli ultrasuoni; l’algoritmo confronta la nuova immagine ottenuta con quelle registrate in precedenza, riconoscendo il pensiero formulato. La tecnica che realizza interfacce cervello-computer restituirà ai paralizzati la comunicazione del pensiero.

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